All’interno dell’incontro terapeutico viene attribuita particolare rilevanza alle sensazioni e ai processi di pensiero nel qui e ora della relazione terapeutica attraverso le parole, le emozioni, le esperienze e il corpo che il paziente ci porta.
Al fine di cogliere l’unicità dell’esistenza umana, la realtà dell’esperienza viene accolta con un atteggiamento volto a comprendere la complessità dell’uomo in quanto unità bio-psico-sociale, nel tentativo di cogliere il significato personale che egli attribuisce agli eventi in base alla propria storia, ai propri valori, ai desideri e al contesto sociale nel quale è inserito.
La psicologia umanistica assegna inoltre un ruolo fondamentale alla creatività in psicoterapia, intesa come atteggiamento nei confronti della vita fresco e immediato. Stimolare la creatività porta la persona a provare piacere e tensione nello sforzo dell’esercizio della creatività (Maslow, 1971) e questo può rappresentare una grande risorsa per uscire dalla sofferenza e dal disagio.
Le finalità della terapia sono volte a incoraggiare lo sviluppo della responsabilità personale e della capacità di scelta del paziente con l’intento ultimo di liberare e sviluppare il potenziale umano e creativo del soggetto, attraverso una ricerca interiore che conduca all’abbandono delle precedenti strutture d’identificazione e dei condizionamenti della vita passata (Pacitto, 2007).
Non esiste un manuale di Psicoterapia Umanistica e neanche una “valigetta degli attrezzi” ma potremo affermare con certezza che le caratteristiche fondamentali della Psicoterapia Umanistica sono lo spostamento dell’interesse sul piano esperienziale piuttosto che solo su quello verbale, l’attenzione all’espressività delle emozioni, l’esplorazione della storia individuale e delle motivazioni inconsce.
In questo contesto il modo di essere del terapeuta ed il clima emotivo che si instaurano nel setting saranno volti a stabilire un rapporto empatico di stima e di fiducia reciproca con il paziente, fondamentale per un corretto processo di crescita e cambiamento della persona.
L’incontro terapeutico diviene così “un mondo reale di co-presenza, co-creazione e condivisione di affetti, in cui ciascuna parte gioca la propria autenticità e può sentire l’altro, fidarsi di lui, affidarsi a lui” (May, 1991).